A passo disuguale: Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n. 49 di Ilaria Simonini
Scopri “A passo disuguale”: una storia di incontri, emozioni e cambiamenti.
Bologna, un treno e un Dylan Dog n. 49 fanno da sfondo al colpo di fulmine tra Mattia e Sara, raccontato dalla voce ironica di Loris.
Tra personaggi vivaci e sfide impreviste, affronta una patologia che stravolge tutto e invita a riscrivere le regole.
Immergiti in un romanzo intenso e autentico: leggi ora la storia di Mattia e la sua lotta per ritrovare l’equilibrio.
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La recensione
Recensione di A passo disuguale: Mattia, la rossa del treno e il Dylan Dog n. 49 di Ilaria Simonini
“A passo disuguale” non è solo un titolo, ma un invito a esplorare il ritmo imprevedibile della vita, con i suoi sbalzi improvvisi e le sue curve inattese. Ilaria Simonini costruisce un romanzo che mescola introspezione, tenerezza e una spruzzata di ironia, regalando ai lettori una storia vibrante e sincera, che si muove tra le strade assolate di Bologna e i percorsi più complessi della mente e del cuore umano.
Un incontro, un momento, un universo
Tutto ha inizio su un treno che sferraglia verso la periferia bolognese in una torrida giornata di luglio. Mattia, studente universitario immerso nella sua routine fatta di studio, fumetti e introspezione, è assorto nella lettura del numero 49 di Dylan Dog. Poi, improvvisamente, un calcetto a piede nudo lo scuote dalla sua concentrazione. A darlo è Sara, una ragazza dai capelli rossi e una cascata di lentiggini, che con un solo gesto riesce a capovolgere l’universo ordinato di Mattia.
L’incontro tra i due è descritto con una leggerezza che nasconde una profonda attenzione ai dettagli emotivi. Il dialogo iniziale, pieno di spontaneità e timidezza, si trasforma in un frammento di intimità condivisa. Ma Sara scende alla sua stazione, lasciando Mattia con un colpo di fulmine tanto fulmineo quanto disarmante.
La voce di Loris: ironia e comprensione
A raccontarci tutto è Loris, l’amico fraterno e narratore della storia. Loris è molto più di un semplice osservatore: è il testimone e, al tempo stesso, il sostegno di Mattia. La sua voce, ironica e a tratti pungente, è uno degli elementi più riusciti del romanzo. Loris non si limita a descrivere i fatti, ma li filtra attraverso la sua lente unica, svelando con acume e affetto le insicurezze e i cambiamenti di Mattia.
La relazione tra Mattia e Loris è uno dei pilastri del romanzo. È un’amicizia vera, fatta di scherzi, supporto e momenti di vulnerabilità condivisa. Quando Mattia inizia a cambiare – spinto dall’incontro con Sara ma anche da eventi più grandi e imprevisti – Loris è lì, pronto a sostenere, ironizzare, ma anche a mettere il protagonista di fronte alle sue paure.
Una patologia come protagonista silenziosa
La vera svolta del romanzo arriva quando la vita di Mattia è travolta da una patologia che lo costringe a rivedere le sue priorità e il modo in cui affronta il mondo. Simonini descrive questa esperienza con una delicatezza straordinaria, evitando qualsiasi stereotipo o pietismo.
La malattia non è un semplice ostacolo, ma un elemento che ridisegna il paesaggio emotivo e relazionale dei personaggi. Mattia si ritrova a fare i conti con insidie nuove, passi incerti e una società che troppo spesso giudica senza comprendere. Il romanzo diventa così anche una riflessione sulla resilienza, sulla forza che si trova nell’accettazione di sé e nel coraggio di sovvertire le aspettative.
Un coro di personaggi vividi
Intorno a Mattia ruota una schiera di personaggi secondari che arricchiscono la narrazione con le loro sfumature e peculiarità. Ognuno di loro porta un pezzo di colore in questa storia: dalla vitalità disordinata di Sara alla calma pragmatica di Loris, fino alla presenza quasi simbolica di un gatto nero, che sembra incarnare il senso di mistero e imprevedibilità che attraversa il romanzo.
Ogni personaggio contribuisce a costruire un mosaico di emozioni e relazioni, che rende la storia autentica e coinvolgente. Simonini ha il dono di creare figure umane, imperfette, che il lettore non può fare a meno di amare o comprendere.
Un viaggio tra le emozioni e le sfide della vita
Ciò che rende A passo disuguale un libro speciale è la sua capacità di bilanciare leggerezza e profondità. La narrazione scivola con grazia tra momenti di umorismo e riflessioni intense, accompagnando il lettore in un viaggio che è tanto interiore quanto esteriore. Simonini esplora temi complessi come l’amore, l’amicizia, la malattia e l’accettazione di sé, senza mai appesantire la narrazione o perdere di vista il cuore della storia.
Le descrizioni delle ambientazioni, dal caldo soffocante di Bologna alle corse sfrenate di un treno, creano un’atmosfera tangibile che amplifica il senso di coinvolgimento del lettore. Ogni scena sembra respirare, pulsare, riflettendo le emozioni dei personaggi in modo vivido e realistico.
Un messaggio universale
In definitiva, A passo disuguale è un romanzo che parla a tutti. Simonini ci ricorda che la vita, con le sue sfide e le sue imperfezioni, è un viaggio da affrontare con coraggio e ironia. Mattia, con i suoi “neuroni malmessi” e il suo cuore grande, è un protagonista in cui è facile riconoscersi, un simbolo di speranza e resilienza.
Questa storia non offre risposte semplici o soluzioni facili. Invece, invita il lettore a riflettere, a emozionarsi e, soprattutto, a riconoscere la bellezza che si nasconde anche nei passi più disuguali. Un romanzo che merita di essere letto, riletto e condiviso.
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