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Chiudo la porta e urlo di Paolo Nori

Scopri “Chiudo la porta e urlo” di Paolo Nori, un viaggio intimo nella poesia di Raffaello Baldini, uno dei più grandi poeti italiani, ma ancora sconosciuto ai più.

Nori ci guida attraverso un mondo ricco di storie e immagini, esplorando con occhi freschi e vibranti l’universo poetico di Baldini.

Tra accadimenti minimi e profondi, scopri un racconto che sa emozionare, con un tocco unico che intreccia vita, poesia e verità.

Immergiti in questa lettura che ti cambierà, e lascia che la voce di Nori e Baldini ti trascini in un’esperienza unica! 

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La recensione

In “Chiudo la porta e urlo”, Paolo Nori si immerge nel cuore della poesia di Raffaello Baldini, poeta straordinario che, purtroppo, è rimasto un nome troppo poco conosciuto al grande pubblico. Il titolo stesso del libro sembra un invito a fare rumore, a non restare in silenzio davanti a un mondo che spesso tende a dimenticare chi merita di essere ricordato. Con il suo stile inconfondibile e una scrittura che si fa strada come un fiume in piena, Nori ci racconta la bellezza inquietante di un autore che ha scelto di scrivere in dialetto, un dialetto che non è solo un accento ma un mondo, una visione.

Quello che emerge dal libro di Nori non è solo un’analisi della poesia di Baldini, ma un vero e proprio tributo a un uomo che ha saputo cogliere la verità nelle piccole cose. Le parole di Baldini non sono mai scontate, sono immerse nella vita quotidiana, ma riescono a scatenare un’incredibile potenza emotiva. Nori, infatti, non si limita a raccontare il poeta e la sua opera: si fa filtro e cassa di risonanza per il mondo di Baldini, con una capacità rara di far emergere da ogni singolo verso una moltitudine di sensazioni e riflessioni. Nella lettura di “Chiudo la porta e urlo”, ci si rende conto di quanto le parole siano in grado di aprire universi, di come un poeta del dialetto possa trasformarsi in una voce universale, capace di parlare al cuore di chiunque.

L’opera di Baldini, quindi, viene riproposta da Nori non solo come una scoperta letteraria, ma come un viaggio tra le pieghe della vita di provincia, nei luoghi minimi ma significativi di Sant’Arcangelo di Romagna. Questo non è un racconto che si perde nelle specificità geografiche, ma un resoconto che abbraccia temi universali, come la solitudine, l’identità e il passare del tempo. La sua scrittura non è fatta di eventi straordinari, ma di accadimenti quotidiani, che però sono intrisi di una bellezza inquietante. A partire dalle “minime” scene di vita, come il passare del mondo davanti agli occhi di una donna in attesa o le riflessioni sui morti che “sanno tutto e non dicono niente”, Nori ci porta dentro un labirinto dove le immagini di Baldini si fondono con le sue proprie visioni, creando una sinergia che non lascia indifferenti.

Ogni pagina di “Chiudo la porta e urlo” è una riflessione su ciò che significa vivere in un mondo che ci sfugge, dove le certezze sono frantumate e dove ogni incontro lascia un segno. Nori racconta la sua “innamoramento” per Baldini, un amore che, pur essendo legato alla poesia, si fa concreto nel riconoscimento di una verità che è in grado di suscitare una reazione profonda, una reazione che fa paura, ma che è indispensabile. Non c’è mai un “arrivo” nel libro, ma un continuo fluire di pensieri, un “cominciare e continuare” che diventa quasi un mantra. La sua scrittura non si ferma mai, non si stanca mai, esattamente come il protagonista di questo viaggio poetico, che è l’autore stesso.

Nel libro, Nori non nasconde mai la sua vulnerabilità, la sua frustrazione, ma nemmeno il suo piacere nell’incontrare la grandezza del poeta. La sua posizione è da “bastian contrario”, da “matto come un russo”, come lui stesso si definisce, ma questo non è altro che il segno di un’anima che non accetta la mediocrità e che, al contrario, cerca sempre di superare i limiti imposti dalla vita. In questo senso, la scrittura di Nori diventa il riflesso di un’anima inquieta, sempre in movimento, mai appagata, che si sforza di comprendere, di riconoscere e di restituire al lettore una visione del mondo che è complessa, ma al tempo stesso affascinante.

Le pagine di “Chiudo la porta e urlo” sono dunque un racconto della vita stessa, quella vera, quella che non ha paura di fare i conti con il passato, ma che non si arrende mai di fronte alla realtà. La scrittura di Nori ha la forza di un urlo, ma è anche delicata e sensibile, capace di cogliere la poesia nei momenti più banali e nei gesti più piccoli. La sua è una ricerca che ci coinvolge, che ci spinge a guardare il mondo con occhi nuovi e a riconoscere, nel caos quotidiano, la bellezza che ci circonda.

In conclusione, “Chiudo la porta e urlo” non è solo un libro che racconta la vita di un poeta e della sua poesia, ma è un viaggio emotivo che tocca corde profonde. Grazie alla penna di Paolo Nori, possiamo scoprire la grandezza di Raffaello Baldini e, attraverso di lui, trovare la forza di riconsiderare il nostro mondo, la nostra quotidianità, e anche noi stessi. Un libro che non lascia indifferenti, ma che ci spinge a riflettere, a sentirci vivi.

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