Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore di Dianella Bardelli
Lenore Kandel ha vissuto un amore estremo e ha scritto poesie censurate: scopri la sua storia in un libro che non chiede il permesso.
Negli anni ’60 ha sfidato la censura con parole troppo vere per essere accettate: oggi puoi leggerle e sentirle tue.
Tra rivoluzione, erotismo e dolore, Lenore Kandel ha trasformato la vulnerabilità in forza: lasciati attraversare dalla sua voce.
Un libro che parla di libertà, desiderio e amore fino al limite: Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore non si dimentica.
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La recensione
Nel cuore della controcultura americana degli anni Sessanta, tra fumo di incenso, poesia psichedelica e rivoluzioni mancate, si staglia la figura luminosa e dolorosa di Lenore Kandel. Con questo libro, Dianella Bardelli compie un atto narrativo che va ben oltre la biografia: ci restituisce un ritratto interiore, esistenziale e insieme politico, di una donna che fu musa, poeta, amante e simbolo. Il titolo stesso del volume è una dichiarazione di poetica: “Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore” è una frase che contiene, in sé, tutta la contraddizione dell’amore vissuto fino al limite, senza difese, senza strategie.
Lenore Kandel non è solo una figura marginale della Beat Generation. È una voce centrale di una rivoluzione poetica e sensuale che l’America del tempo cercò in tutti i modi di censurare. Il suo The Love Book, raccolta di poesie ardite, fu processato per oscenità, scatenando una battaglia culturale in difesa della libertà artistica e dell’erotismo femminile come espressione del sacro. Dianella Bardelli ripercorre questa vicenda con precisione storica e intensità emotiva, riuscendo a intrecciare documentazione e immaginazione in un equilibrio raro.
La narrazione si apre con l’incontro tra Lenore e Bill, un motociclista appartenente agli Hell’s Angels. Non si tratta solo di una scelta narrativa efficace: è un punto di ingresso simbolico nell’abisso. Bill rappresenta l’archetipo del maschile distruttivo, ma anche magnetico. Lenore, con la sua bellezza non convenzionale, le forme morbide, la sensualità disarmante, sceglie di amarlo nonostante tutto, o forse proprio per ciò che rappresenta. È un amore che si impone come destino, come esercizio di vertigine. Dianella Bardelli non giudica mai la protagonista: la accompagna, ne ascolta il respiro, ne interpreta i silenzi.
L’incidente in moto, evento centrale nella vita di Lenore Kandel, viene raccontato senza toni melodrammatici, ma con una sobrietà che accentua ancora di più la tragicità. La donna, da quel momento, resta reclusa fisicamente, ma mai intellettualmente. È proprio nel dolore che Lenore affina la sua visione. Non si piega. Continua a scrivere, pensare, amare. Il corpo ferito non spegne la sua voce. Anzi, la trasforma. Qui Dianella Bardelli mostra una profonda comprensione del femminile: non idealizza, non compatisce, ma esalta la forza nascosta nella vulnerabilità.
Il centro tematico dell’opera resta The Love Book, che Dianella Bardelli restituisce nella sua radicale potenza. Non è solo una raccolta erotica. È un manifesto, un inno alla fusione tra corpo e spirito, un’ode alla sessualità come via d’accesso al divino. Il libro è stato considerato scandaloso, e proprio per questo fondamentale. Kandel osa dire ciò che molte donne dell’epoca non potevano neanche pensare. Osa incarnare il desiderio. Bardelli, nel raccontare tutto questo, evita ogni moralismo e riesce a trasmettere la tensione mistica della scrittura di Kandel con grande finezza.
Il contesto storico della “Summer of Love” del 1967, con le sue luci e le sue ombre, viene evocato con intelligenza e discrezione. Non è mai un semplice sfondo, ma un elemento attivo della narrazione. Dianella Bardelli non cade nella trappola della nostalgia, ma ricostruisce un clima culturale complesso, in cui la libertà era cercata in modo autentico, ma spesso fraintesa o strumentalizzata. Lenore Kandel emerge come figura tragica proprio perché consapevole. Sa di stare giocando con forze più grandi di lei, ma sceglie di farlo fino in fondo. Non cerca salvezza, ma verità.
Lo stile di Dianella Bardelli è colto, ma mai ostentato. La lingua è limpida, talvolta lirica, capace di accendersi nei momenti giusti senza mai eccedere. Ogni parola è scelta con cura. La struttura narrativa è fluida, quasi musicale, come se seguisse un ritmo interno, un respiro lungo, profondo. Il lettore si trova immerso in un flusso di immagini, emozioni, pensieri, che si rincorrono e si completano.
Ciò che colpisce di più è la capacità dell’autrice di attivare risonanze personali. Non serve conoscere Lenore Kandel per sentirsi coinvolti. La sua storia diventa una lente attraverso cui guardare le nostre stesse ferite, i nostri desideri nascosti, le nostre scelte radicali. Il libro parla a chi ha amato troppo, a chi ha perso, a chi ha cercato sé stesso nell’altro, e ha trovato un abisso. Ma anche a chi non si è mai arreso, e ha continuato a cercare un senso dentro l’incomprensibile.
Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore è un’opera che resta. Non solo per la qualità della scrittura o per la forza della protagonista, ma per ciò che riesce a smuovere. È un libro che si legge, si sente, e poi si rilegge. Perché alcune voci, come quella di Lenore Kandel, non si dimenticano. E perché autrici come Dianella Bardelli sanno restituirle al presente con rispetto, profondità e coraggio.
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