Il tempo del riso glutinoso di Fiori Picco
Una giovane donna, colta e laureata, torna nel villaggio natale per diventare sindaca in una società matriarcale sospesa nel tempo.
Tra tradizioni ancestrali, divinità femminili e il mistero della Grande Nonna Sama, scoprirà segreti sepolti e il vero significato del potere.
Il contrasto tra passato e futuro la metterà davanti a scelte che cambieranno il destino del popolo Kam.
Immergiti in “Il tempo del riso glutinoso” di Fiori Picco e lasciati trasportare in un viaggio emozionante tra cultura, storia e trasformazione!
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La recensione
Ci sono storie che afferrano la mente e non la lasciano più andare, romanzi che scavano nell’animo e vi depositano domande scomode. “Il tempo del riso glutinoso” di Fiori Picco è uno di questi. Sin dalle prime pagine, il lettore si trova immerso in un’atmosfera densa, opprimente, quasi ipnotica, in cui i confini tra tradizione e modernità si sfumano, si dissolvono, si confondono.
Shanjiao, il piccolo villaggio del popolo Kam nel Sud della Cina, non è solo un palcoscenico, ma un’entità viva, carica di mistero e sacralità. Qui, il tempo sembra essersi fermato, eppure qualcosa sta cambiando. Una giovane donna, cresciuta in città, colta e laureata, è chiamata a tornare alle proprie origini per assumere il ruolo di sindaca in una società matriarcale dove il potere è nelle mani delle donne e la spiritualità permea ogni aspetto della vita quotidiana. È un ritorno alle radici che si trasforma in un viaggio di scoperta, un confronto tra il passato e il futuro, tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.
Il racconto è attraversato dalla figura imponente della Grande Nonna Sama, una divinità femminile che veglia sul popolo Kam e ne guida le scelte. La sua presenza è costante, quasi palpabile, e si manifesta nei rituali, nelle credenze, nei sussurri delle donne anziane che custodiscono i segreti del villaggio. Attraverso gli occhi della protagonista, il lettore esplora questo mondo affascinante e lontano, scoprendo usi e costumi tramandati da generazioni e il peso delle aspettative sociali.
L’autrice ci regala una narrazione densa di dettagli sensoriali, in cui il profumo del riso glutinoso, il suono delle cicale nelle notti estive e i colori sgargianti degli abiti tradizionali si intrecciano in un affresco vivido e coinvolgente. Ogni parola sembra un passo in più nel cuore di una comunità chiusa, resistente ai cambiamenti, ma non immune al richiamo del mondo esterno. È proprio il contributo dei giovani, con le loro idee e il loro desiderio di evoluzione, a scardinare pian piano le rigidità di un sistema secolare.
Ma oltre alla tensione tra passato e futuro, c’è un altro aspetto che rende “Il tempo del riso glutinoso” un libro straordinario: la sua capacità di farci empatizzare con il dilemma interiore della protagonista. Tornare alle origini significa accettare un destino che non ha scelto, ma significa anche trovare un senso di appartenenza che forse non sapeva di cercare. Il lettore si riconosce nelle sue incertezze, nei suoi dubbi, nella lotta tra il desiderio di autonomia e il richiamo della tradizione.
La scrittura di Fiori Picco è fluida, evocativa, capace di creare un legame profondo tra il lettore e la storia. Non ci sono giudizi netti, né facili risposte: tutto è sospeso in una zona grigia dove il rispetto per le radici si scontra con la necessità di cambiamento. È una lettura che induce a riflettere, a mettere in discussione le proprie certezze, a chiedersi fino a che punto la nostra identità sia modellata dal luogo da cui proveniamo.
Il finale, intenso e carico di significato, non è una chiusura definitiva, ma piuttosto un punto di partenza. È la dimostrazione che il passato e il futuro possono coesistere, che l’equilibrio tra tradizione e innovazione è possibile, se si è disposti ad ascoltare, a comprendere, a trovare una via di mezzo tra conservazione e progresso.
“Il tempo del riso glutinoso” è molto più di un memoir: è un viaggio emozionale e culturale, un’esperienza letteraria che lascia il segno, un romanzo che continua a vivere nella mente del lettore molto tempo dopo aver girato l’ultima pagina. Se cercate una storia capace di scuotervi, di farvi dubitare, di trascinarvi in un labirinto di emozioni e pensieri, questo libro è esattamente ciò che fa per voi.
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