narrativa

La luce che manca di Nino Haratischwili

Scopri “La luce che manca” di Nino Haratischwili: un viaggio tra amicizie infrangibili e tradimenti sconvolgenti, ambientato nel caos della Georgia post-sovietica.

Immergiti in un universo fatto di bucato al vento, balconi di legno intagliato e l’aroma del dragoncello, mentre quattro ragazze affrontano amore, guerra e oscurità.

Rivivi con loro i ricordi di un’epoca in bianco e nero e lasciati trasportare da un raggio di luce che riaccende speranza e perdono.

Ordina ora e lasciati incantare da una storia che unisce il personale e il politico, indimenticabile. 

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La recensione

Con “La luce che manca”, Nino Haratischwili ci conduce in un viaggio emozionante attraverso le strade polverose di Tbilisi e le ombre della memoria. Ambientato in Georgia durante il tumulto del crollo dell’Unione Sovietica, il romanzo intreccia storie personali e vicende storiche, regalandoci un racconto tanto intimo quanto universale. In un’epoca segnata da disordini e desiderio di libertà, emergono i destini di quattro ragazze, Qeto, Dina, Nene e Ira, legate da un’amicizia indissolubile, che il tempo e le tragedie della vita metteranno a dura prova.

Fin dalle prime pagine, l’autrice dipinge un quadro vivido e sensoriale della Tbilisi di fine secolo. Il bucato che ondeggia al vento, il tintinnio delle altalene arrugginite e il profumo dolce-amaro del dragoncello creano un’atmosfera che avvolge il lettore, facendolo sentire parte di quel cortile pulsante di vita. Le descrizioni non sono solo immagini, ma ponti emotivi che ci portano dentro un universo fatto di contrasti: il calore della comunità si mescola al freddo delle pareti umide, la dolcezza delle caramelle alle bacche di crespino si scontra con l’amarezza della corruzione e della violenza.

L’infanzia delle protagoniste è un rifugio temporaneo, uno spazio sospeso dove l’amicizia sembra un’ancora in un mondo in frantumi. Tuttavia, la tensione cresce man mano che la realtà esterna si insinua nel loro piccolo universo. Il razionamento del cibo, le guerre ai confini e il buio della mancanza di corrente sono segnali di un paese in crisi, ma anche metafore delle ombre che iniziano a intaccare la loro esistenza. Haratischwili costruisce con maestria un crescendo emotivo, alternando momenti di dolcezza a colpi improvvisi di dolore, creando un coinvolgimento profondo e autentico.

Al centro della narrazione vi è il legame tra Qeto, Dina, Nene e Ira. Quattro personalità distinte, quattro storie che si intrecciano in un’armonia inizialmente perfetta, ma destinata a rompersi. Il tradimento che segna la loro adolescenza è uno spartiacque, un evento che porta a un’inevitabile separazione. Eppure, nonostante il dolore e la distanza, il filo invisibile che le lega resiste, come un richiamo silenzioso che le riporta insieme vent’anni dopo.

La seconda parte del romanzo si svolge a Bruxelles, dove le tre sopravvissute si ritrovano in occasione della retrospettiva fotografica di una di loro. È qui che il passato torna a prendere forma, attraverso immagini in bianco e nero che, una dopo l’altra, rievocano un tempo lontano. Questa scelta narrativa non solo sottolinea il contrasto tra passato e presente, ma crea anche una dinamica potente: ogni fotografia diventa uno specchio in cui le protagoniste, e il lettore con loro, possono vedere riflessi i segni indelebili del tempo e delle scelte fatte.

Haratischwili esplora temi complessi come il perdono e la memoria, senza mai cadere nella retorica. Ogni personaggio affronta il proprio passato con vulnerabilità e forza, cercando di ricostruire un equilibrio tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Il perdono, nel romanzo, non è mai semplice né scontato; è una conquista, un raggio di luce che squarcia il buio solo quando si è pronti ad accoglierlo.

Ma “La luce che manca” è anche una riflessione sulla Storia con la “S” maiuscola. La caduta dell’Unione Sovietica, la lotta per l’indipendenza della Georgia e il caos che ne è derivato fanno da sfondo alle vicende private delle protagoniste. Haratischwili ci ricorda che le storie personali non sono mai isolate, ma intrecciate con il tessuto storico e politico del loro tempo. La rivoluzione e i suoi costi si riflettono nelle vite delle protagoniste, rendendo il romanzo non solo una cronaca di crescita e perdita, ma anche un potente affresco storico.

Con uno stile narrativo coinvolgente e un’abilità unica nel creare connessioni emotive, Haratischwili invita il lettore a riflettere sulla fragilità delle relazioni umane e sulla resilienza dello spirito. Il suo linguaggio, ricco di immagini evocative, riesce a rendere palpabile ogni emozione, mentre la struttura narrativa, alternando passato e presente, mantiene alta la tensione fino all’ultima pagina.

“La luce che manca” non è solo un libro da leggere, ma un’esperienza da vivere. È un romanzo che ti resta dentro, che ti fa sentire il peso dei ricordi e la speranza del perdono. È una storia di amicizia, tradimento e riconciliazione, un ponte tra il personale e il politico, tra il passato e il futuro.

Se cerchi una lettura capace di toccare corde profonde e di immergerti in una realtà tanto distante quanto universale, questo libro è un viaggio che non puoi perdere.

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