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Nero come il terrore di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi

Immergiti nel Medioevo oscuro tra omicidi, intrighi e leggende che hanno segnato quasi mille anni di storia.

Scopri i segreti di personaggi controversi come Vlad Tepes e Giovanna d’Arco, e lasciati affascinare da vicende che intrecciano potere, vendetta e mistero.

Con rigore storico e narrazione avvincente, Lucarelli e Picozzi ti conducono in un viaggio ricco di dettagli e colpi di scena.

Svelare la verità su crimini e complotti medievali non è mai stato così emozionante: sei pronto a lasciarti catturare? 

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La recensione

Con “Nero come il terrore”, Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi ci offrono un’immersione profonda in mille anni di storia europea e mediorientale, un viaggio che oscilla tra il rigore della cronaca storica e la fascinazione del racconto gotico. Questo terzo volume della fortunata serie sulla “Storia dell’omicidio” si distingue per la sua capacità di coniugare l’analisi accurata degli eventi con una narrazione avvincente e suggestiva, catturando l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine.

Il Medioevo, spesso percepito come un’epoca oscura e caotica, prende forma sotto la penna degli autori come un mondo vibrante, complesso e pieno di contrasti. È un tempo di terrore e superstizione, in cui la paura dell’Apocalisse e il flagello della peste si intrecciano con giochi di potere, vendette e intrighi che lasciano il segno nella storia. Lucarelli e Picozzi non si limitano a raccontare i fatti, ma scavano nelle pieghe dell’animo umano, mostrandoci come la sete di potere, l’avidità e la vendetta abbiano spesso guidato i destini di intere nazioni.

Ogni capitolo del libro è un affresco vivido e dettagliato di episodi che, sebbene lontani nel tempo, mantengono un fascino irresistibile. Gli autori ci conducono attraverso le vite di personaggi emblematici come Riccardo III, il re gobbo immortalato da Shakespeare, e Giovanna d’Arco, la “Pulzella di Orleans”, il cui coraggio ispirò una nazione ma che trovò una fine tragica sul rogo. Ogni figura storica viene presentata con una tale intensità narrativa che sembra quasi prendere vita davanti ai nostri occhi, mentre la linea sottile tra storia e leggenda diventa sempre più sfumata.

La narrazione si arricchisce ulteriormente con l’inserimento di episodi meno noti, che ampliano lo spettro di conoscenza del lettore. Uno degli esempi più affascinanti è quello di Alice Kyteler, la ricca irlandese del Trecento accusata di stregoneria, il cui caso rappresenta uno dei primi esempi documentati di caccia alle streghe. Gli autori riescono a trasportarci nell’atmosfera cupa e intrisa di superstizione di quell’epoca, esplorando al contempo le dinamiche sociali e religiose che alimentavano tali persecuzioni.

Un altro momento straordinario del libro è l’analisi della figura di Vlad Tepes, il principe di Valacchia noto come “l’Impalatore”, che ispirò il mito di Dracula. La sua storia, tra realtà e leggenda, ci rivela un uomo capace di azioni tanto eroiche quanto brutali, un simbolo di un tempo in cui la violenza era non solo accettata ma spesso necessaria per il mantenimento del potere. È qui che Lucarelli e Picozzi dimostrano la loro abilità di storici e narratori: Vlad non viene ridotto a un semplice stereotipo, ma emerge come una figura complessa, tanto spaventosa quanto affascinante.

Altre vicende ci portano nella sinistra rocca di Alamut, il quartier generale della leggendaria setta degli Assassini, dove l’intrigo politico e la manipolazione psicologica raggiungono vette incredibili. Gli autori riescono a intrecciare questi episodi con una narrazione fluida e avvincente, creando un quadro d’insieme che non smette mai di sorprendere.

Non mancano, poi, le storie legate all’Italia, come la congiura dei Pazzi, che ci immerge nella Firenze del Rinascimento, un’epoca di straordinario fermento culturale ma anche di violenti conflitti tra le grandi famiglie. Lucarelli e Picozzi, con il loro stile inconfondibile, ci guidano attraverso intrighi di corte e rivalità sanguinose, restituendoci un’immagine vivida e pulsante di quel tempo.

La struttura del libro è uno dei suoi punti di forza. Gli autori alternano episodi celebri a storie meno conosciute, offrendo un equilibrio perfetto tra il familiare e il sorprendente. Ogni capitolo è impreziosito da dettagli che non solo arricchiscono la narrazione, ma stimolano anche la curiosità del lettore, spingendolo a volerne sapere di più. La prosa è scorrevole, ricca di immagini evocative che rendono ogni pagina un’esperienza immersiva.

Un altro aspetto che merita di essere sottolineato è il rigore storico con cui gli eventi sono trattati. Nonostante il tono narrativo avvincente, gli autori non sacrificano mai l’accuratezza dei dettagli. Al contrario, il loro approccio metodico e la passione per la ricerca emergono chiaramente in ogni riga, conferendo al libro una solidità che lo rende non solo un’opera di intrattenimento, ma anche un prezioso contributo alla divulgazione storica.

In conclusione, “Nero come il terrore” è un libro che riesce a unire il fascino del romanzo storico con la tensione del mystery, offrendo al lettore un viaggio indimenticabile nel cuore oscuro del Medioevo. Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi dimostrano ancora una volta di essere maestri nel trasformare la storia in un racconto vibrante e coinvolgente, capace di illuminare anche gli angoli più bui del passato. Se siete appassionati di storie intrise di mistero, intrighi e personaggi memorabili, questo libro è una lettura imprescindibile.

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