Ritorno a casa di Kate Morton
Scopri un mistero irrisolto che attraversa generazioni, dalla torrida Vigilia di Natale del 1959 a un’indagine personale nel cuore di Sydney nel 2018.
Lasciati catturare dall’intreccio di segreti di famiglia e omicidi irrisolti, che cambieranno per sempre la vita di Jessica Turner-Bridges.
Vivi un viaggio emozionante tra passato e presente, dove ogni scoperta svela un nuovo tassello inquietante.
Sei pronto a svelare il legame nascosto che potrebbe riscrivere il destino di una famiglia?
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La recensione
Kate Morton, maestra indiscussa del mystery e del romanzo storico, torna con un’opera capace di intrecciare il passato e il presente in modo magistrale. “Ritorno a casa” è una storia che cattura sin dalle prime pagine, trascinando il lettore in un intricato labirinto di segreti familiari, emozioni sopite e una verità rimasta sepolta per decenni. Ambientato tra le colline roventi dell’Australia Meridionale nel 1959 e una Sydney contemporanea, il romanzo dipinge un affresco vivido e inquietante di due epoche legate da un filo invisibile ma indissolubile.
Il mistero si svela lentamente, con la precisione di un’orchestra che costruisce la tensione nota dopo nota. È la Vigilia di Natale del 1959 e il caldo è opprimente. Tra le colline di Adelaide, Percy Summer, un fattorino di paese, si imbatte in una scena sconvolgente: una donna e i suoi bambini apparentemente addormentati dopo un picnic. Ma la verità è ben più tragica e terribile. Morton descrive questa scoperta con una tale forza visiva che il lettore non può fare a meno di essere trasportato nel cuore di Tambilla, avvolto in una sensazione di disagio crescente. La tragedia, che scuote profondamente la comunità, apre una serie di domande che resteranno senza risposta per quasi sessant’anni.
Nel presente, la protagonista Jessica Turner-Bridges, una giornalista caduta in disgrazia, cerca disperatamente di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Morton ci regala un personaggio complesso e realistico: Jess è determinata, intelligente e, al tempo stesso, vulnerabile. La sua crisi professionale e personale sembra il preludio a qualcosa di più grande. La svolta arriva con una telefonata inaspettata che la richiama a Sydney, dove sua nonna Nora è stata ricoverata in ospedale. Qui, nel calore familiare di Darling House, emergono i primi indizi che portano Jess a esplorare il passato. Morton utilizza la figura di Nora per introdurre un elemento di mistero emotivo: una donna un tempo forte e fiera, ora ridotta a sussurrare parole enigmatiche che risvegliano la curiosità della nipote.
Il romanzo si sviluppa come un puzzle, con ogni capitolo che aggiunge un nuovo tassello. La connessione tra la tragedia del 1959 e la famiglia di Jess è rivelata gradualmente, mantenendo alta la tensione narrativa. Morton gioca sapientemente con i salti temporali, unendo i punti tra epoche diverse senza mai confondere il lettore. Il suo stile evocativo dà vita a due mondi distinti ma ugualmente affascinanti: l’Australia rurale degli anni ’50, con la sua atmosfera oppressiva e la comunità chiusa, e la Sydney moderna, un luogo di introspezione e ricerca personale.
Un elemento centrale del libro è la casa, Darling House, che diventa un personaggio a sé stante. Morton ha il dono di trasformare gli ambienti in luoghi pieni di vita, carichi di simbolismo e memoria. Ogni oggetto, ogni angolo della casa racconta una storia, e Jess si ritrova a confrontarsi con i ricordi dell’infanzia e con segreti che avrebbe preferito non scoprire. Darling House non è solo uno sfondo, ma il fulcro da cui si dipanano tutte le vicende.
Il tema dei legami familiari è esplorato con una profondità che tocca corde universali. Morton non si limita a raccontare una storia di omicidio, ma scava nei meccanismi che tengono unite o dividono le famiglie. Jess, alla ricerca della verità, si trova costretta a riconsiderare le proprie radici, le dinamiche tra i suoi cari e il significato di appartenenza. È un viaggio emotivo che porta il lettore a riflettere sulle proprie relazioni.
La narrazione si avvicina al suo culmine con rivelazioni che lasciano senza fiato. Morton costruisce la tensione con maestria, dosando indizi e colpi di scena fino a un finale che sorprende e soddisfa. Non si tratta solo di risolvere un crimine, ma di svelare una verità che cambia tutto: la percezione di sé, della propria famiglia e della storia. La conclusione del romanzo, pur avvolta nella malinconia, lascia spazio alla speranza e alla redenzione, chiudendo il cerchio con delicatezza.
“Ritorno a casa” è un romanzo che colpisce per la sua complessità e per la capacità di intrecciare trame diverse con una semplicità apparente. Kate Morton dimostra ancora una volta di essere una narratrice straordinaria, capace di esplorare i temi del tempo, della memoria e del destino con una sensibilità unica. Se amate le storie che vi tengono incollati alla pagina, che vi fanno riflettere e che vi portano in luoghi lontani e vicini al cuore, questo libro è una scelta obbligata.
In conclusione, “Ritorno a casa” è molto più di un mystery. È una storia di famiglia, di amore, di perdita e di riconciliazione. È un viaggio nel passato che illumina il presente, un richiamo a non smettere mai di cercare la verità, anche quando fa paura. Un romanzo che rimane dentro, come un sussurro che non si dimentica.
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