Un aereo senza di lei di Michel Bussi
Una bambina miracolosamente sopravvissuta a un disastro aereo scatena un dramma familiare senza fine: chi è davvero la “Libellula”?
Scopri l’intreccio mozzafiato tra destino e segreti in “Un aereo senza di lei” di Michel Bussi.
Intrighi, colpi di scena e un’indagine lunga diciotto anni ti terranno con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Immergiti in questo thriller emozionante e lasciati conquistare dalla verità nascosta: leggi ora e inizia il viaggio.
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La recensione
In una notte gelida del dicembre 1980, un aereo proveniente da Istanbul si schianta contro il Mont Terrible, nel cuore del Giura francese. Fra i resti carbonizzati e le vite spezzate, emerge un prodigio: una bambina di soli tre mesi viene trovata viva, miracolosamente scampata alla tragedia. Ma questo straordinario evento è solo l’inizio di un dramma che segnerà profondamente il destino di due famiglie e di chiunque incroci la loro strada.
“Un aereo senza di lei” di Michel Bussi è un romanzo avvincente che si sviluppa come un lungo enigma, in cui ogni risposta conduce a nuove, sconcertanti domande. La vicenda ruota attorno a un dilemma devastante: chi è la piccola sopravvissuta, soprannominata dalla stampa “Libellula”? Si tratta di Lyse-Rose, erede di una ricca e potente dinastia industriale, o di Emilie, figlia di una povera coppia di ristoratori ambulanti? Due vite, due destini opposti, e un’unica sopravvissuta a una tragedia senza precedenti.
La forza del romanzo di Bussi risiede nella sua capacità di intrecciare il dramma umano con la tensione di un thriller impeccabile. Ogni pagina conduce il lettore attraverso un viaggio carico di incertezza, dove passato e presente si mescolano in modo inestricabile. Le famiglie Carville e Vitral, così diverse tra loro, incarnano le due facce di un conflitto antico quanto l’umanità: il potere e la ricchezza contro la speranza e la disperazione. I Carville, sicuri del loro diritto alla piccola, usano ogni mezzo per prevalere, mentre i Vitral, più fragili ma altrettanto determinati, combattono con la forza della loro dignità.
La scelta di ambientare la vicenda negli anni Ottanta è un elemento chiave. In un’epoca in cui la scienza non ha ancora reso possibile il test del DNA, l’incertezza diventa assoluta e il dubbio si insinua in ogni pensiero. Non ci sono risposte semplici, solo supposizioni, indizi e un’indagine che per diciotto lunghi anni cerca la verità senza mai riuscire a fissarla in modo definitivo.
Michel Bussi, con il suo talento narrativo, riesce a dar vita a un ritmo serrato, alternando punti di vista e piani temporali in un gioco sapiente di rivelazioni e colpi di scena. Al centro del romanzo c’è l’ossessiva ricerca della verità da parte di Credule Grand-Duc, un investigatore eccentrico e malinconico, ingaggiato dai Carville per risolvere il mistero. La sua figura, enigmatica e carica di umanità, agisce come un filo conduttore che accompagna il lettore attraverso la fitta trama di segreti e bugie.
Ma Credule non è un eroe. La sua è una figura tragica, un uomo che passa la vita cercando una verità che, quando finalmente emerge, sembra essere troppo pesante da sostenere. Il suo destino si intreccia con quello della ragazza ormai maggiorenne, alla quale consegna il frutto delle sue indagini prima di venire ritrovato morto nel suo studio. Questo evento segna un punto di svolta nel romanzo: la verità è finalmente a portata di mano, ma il lettore è portato a chiedersi quanto sia davvero importante conoscerla. La ricerca stessa della verità diventa una metafora dell’esistenza, un percorso che consuma e distrugge.
Un elemento affascinante di “Un aereo senza di lei” è il modo in cui il destino gioca un ruolo cruciale nella storia. Bussi esplora l’idea che le vite dei personaggi siano guidate da forze invisibili, quasi soprannaturali, che sembrano tessere la trama degli eventi con precisione spietata. C’è qualcosa di inevitabile e di fatale nella storia della “Libellula”, come se fin dall’inizio un burattinaio invisibile avesse mosso i fili, determinando non solo chi dovesse vivere, ma anche chi dovesse soffrire.
Lo stile di scrittura è coinvolgente e ricco di dettagli, capace di evocare le atmosfere fredde e cupe delle montagne del Giura e di trasmettere tutta l’angoscia, la speranza e la disperazione dei protagonisti. I personaggi sono costruiti con grande cura, ognuno con le proprie sfumature e contraddizioni, rendendo impossibile per il lettore schierarsi nettamente a favore di una delle due famiglie. Anche i Carville, con tutta la loro arroganza e potere, rivelano un’umanità che li rende vulnerabili e, in un certo senso, comprensibili. I Vitral, invece, con la loro onestà e semplicità, dimostrano che la sofferenza può trasformarsi in forza.
“Un aereo senza di lei” è molto più di un semplice thriller: è un romanzo che esplora temi universali come l’identità, la verità, il destino e l’amore familiare. Michel Bussi riesce a tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine, portandolo a riflettere su quanto sia fragile la nostra percezione della realtà e su come, a volte, la verità possa essere più dolorosa della menzogna. Una storia che rimane nella mente e nel cuore, un mistero che continua a far riflettere anche dopo aver girato l’ultima pagina.
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