Volevo solo avere più tempo di Stefania Convalle
Scopri la magia della seconda possibilità nel toccante romanzo “Volevo solo avere più tempo” di Stefania Convalle.
Immergiti nella vita di Antonio, un uomo anziano che riscopre il valore dei sogni, grazie all’incontro inaspettato con Beatrice e Clara.
Lasciati ispirare dalle loro avventure tra Rimini e Milano, mentre l’inesorabile scorrere del tempo rivela nuovi desideri e connessioni profonde.
Non aspettare: prendi in mano il libro e vivi anche tu questo viaggio emozionante e senza tempo!
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La recensione
In “Volevo solo avere più tempo”, Stefania Convalle ci porta in un viaggio introspettivo, fatto di ricordi, riflessioni e scoperte che nascono dove meno ce lo aspettiamo: alla fine della vita. Attraverso gli occhi di Antonio, l’autrice esplora la bellezza della riscoperta e ci invita a chiederci quanto spazio lasciamo realmente ai desideri e alla crescita, indipendentemente dall’età. La storia si apre sulla quotidianità pacifica di Antonio, un anziano che ha già detto addio alla moglie e sembra avere ormai accettato la sua esistenza priva di ulteriori sorprese o desideri. La figura di Antonio è descritta con grande sensibilità, facendoci percepire la serenità e la compostezza che caratterizzano il suo approccio alla vita: la sua rassegnazione non ha il peso della tristezza, ma il velo di una quieta accettazione. Eppure, come accade spesso, basta un piccolo dettaglio – l’acquisto di una clessidra – per far nascere in lui riflessioni che aveva messo a tacere da tempo.
Convalle ci porta nel flusso interiore di Antonio attraverso l’elemento simbolico della clessidra, che segna inesorabilmente il tempo e rende tangibile la sua caducità. Le ore che scorrono, visibili e inarrestabili, lo conducono verso pensieri che non si aspettava più di dover affrontare. Comincia a sentire il tempo non più come un amico silenzioso, ma come un richiamo che non può più ignorare. Da qui, il lettore viene coinvolto in un crescendo di domande: quanto spazio c’è per i desideri? Quando si smette davvero di voler vivere pienamente? Inizialmente, Antonio è convinto che ogni desiderio sia ormai spento, ma con stupore si accorge che la fiammella, seppur flebile, arde ancora.
Clara, la donna che da decenni si occupa della sua casa, non è solo una figura di supporto per Antonio: è una presenza solida, costante e silenziosa, una persona che Antonio aveva sempre dato per scontata. La loro complicità, costruita nel tempo, assume un ruolo fondamentale nel romanzo. Clara rappresenta la continuità, l’affetto che persiste anche quando tutto intorno sembra cambiare. Ma è l’incontro con Beatrice, una giovane vivace e inaspettata, a stravolgere il senso di equilibrio di Antonio. Con la sua energia, Beatrice accende in lui quella scintilla che credeva spenta, e nasce così un trio che sembra andare contro ogni logica, ogni definizione di amicizia o famiglia.
Mentre Antonio, Clara e Beatrice viaggiano tra Rimini, Milano e le colline bolognesi, il lettore è trasportato in un paesaggio italiano che diventa simbolico: i luoghi rappresentano una fuga dal passato e una ricerca di significato nel presente. Convalle dipinge l’Italia come un luogo di incontro tra passato e futuro, un simbolo del cambiamento lento ma inevitabile. È come se ogni città, ogni strada e paesaggio fossero tappe di un percorso interiore, luoghi che non solo richiamano ricordi, ma lasciano spazio a sogni da inseguire, anche se sembrano appartenere a una gioventù ormai lontana.
Antonio capisce che il desiderio di vivere non conosce confini temporali e non si spegne con l’età. In effetti, il viaggio con Beatrice e Clara diventa un cammino di riscoperta di sé, e Convalle rende questa trasformazione tangibile, portandoci a riflettere su quanto spesso ci chiudiamo nelle nostre convinzioni e limiti. Antonio inizia a vedere in Clara e in Beatrice non solo due compagne di viaggio, ma due anime affini che, a modo loro, lo aiutano a ricostruire una versione di sé che aveva dimenticato.
“Volevo solo avere più tempo” è un libro che parla del tempo come di un’entità quasi fisica: un nemico e, al contempo, una risorsa preziosa. Convalle fa emergere una delle più grandi verità della vita: il tempo può essere crudele, ma è anche ciò che dà significato a ogni momento che viviamo. Quando Antonio si rende conto che i desideri non si spengono, ma si trasformano, e che la possibilità di realizzarli non è mai davvero andata via, il lettore sente crescere dentro di sé la stessa consapevolezza. L’autrice ci conduce, pagina dopo pagina, in un percorso di rinascita, dove la vita acquista un nuovo colore proprio nel momento in cui sembra perdere ogni sfumatura.
La delicatezza di Convalle nel descrivere i personaggi è una delle grandi forze di questo romanzo: Clara, con la sua dolcezza silenziosa, Beatrice, con la sua giovinezza piena di possibilità, e Antonio, con la sua nuova, coraggiosa vulnerabilità, diventano specchi di chi legge. È facile ritrovarsi in ognuno di loro, sentire le stesse paure, gli stessi dubbi, ma anche quella forza nascosta che ci spinge a credere che ogni istante, ogni incontro, abbia un suo valore profondo. In un certo senso, “Volevo solo avere più tempo” non è solo una storia, ma un invito: a non smettere mai di desiderare, a non vedere i limiti della vita come sbarre, ma come confini da esplorare.
Stefania Convalle, attraverso una prosa toccante e mai banale, ci accompagna in un viaggio che non lascia indifferenti, ricordandoci che la vita ha ancora molto da offrire, anche quando sembra che tutto sia già stato scritto. Antonio, Clara e Beatrice ci insegnano che il tempo, più che una condanna, può essere una preziosa occasione per (ri)scoprire chi siamo davvero. E questo messaggio, potente e universale, è forse il dono più grande di questo romanzo.
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